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Attualità

Ad Enermanagement 2016 si traccia una strada innovativa per il business nel settore energia

Riprendendo le tematiche dello scorso anno si è continuato a parlare dei benefici non energetici legati allo sviluppo di un sistema efficiente

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Cogliere i molteplici benefici dell’efficienza energetica, coniugando un uso ottimale delle risorse lungo la filiera con il core business aziendale, è uno degli spunti emersi durante il convegno organizzato dalla FIRE che ha chiuso oggi a Milano la settima edizione. Riprendendo le tematiche dello scorso anno si è continuato a parlare dei benefici non energetici legati allo sviluppo di un sistema efficiente – come minori emissioni, maggiore produttività, minori costi di gestione – che sono leve aggiuntive rispetto al risparmio economico legato alla riduzione dei consumi sia per le aziende che decidono di realizzare interventi, sia per chi vende tecnologie e servizi.

Per gli energy manager e gli operatori del mercato (ESCO, utility, etc.) comprendere questi aspetti ed imparare ad applicarli si tradurrà nel tempo in una maggiore percentuale di successo delle proposte presentate – oggi troppo spesso rifiutate non tanto per mancanza di attrattiva economica, quanto per paura di ciò che risulta nuovo e poco comprensibile – e per le imprese in una maggiore competitività. Del resto l’Italia ha conseguito fra il 2011 e il 2015 il 32% dei risparmi previsti al 2020, secondo i dati del RAEE ENEA: di strada da fare ne rimane dunque molta e i risultati arriveranno solo comprendendo che l’efficienza energetica non porta solo una riduzione di consumi, ma molto altro.

Secondo Dario Di Santo, direttore FIRE “Diverse evidenze mostrano che essere un leader oggi e rimanere competitivi domani richiede una forte attenzione alla gestione delle risorse, alla sostenibilità e alla filiera in cui rientrano le proprie attività. L’efficienza energetica diventa una reale leva di business se ben compresa e sfruttata, così come investire in modo intelligente sulla sostenibilità è un modo per affrancarsi dai rendimenti nulli o negativi delle attività tradizionali, ottenendo una maggiore redditività dei capitali investiti”.

 

Carrefour è un primo esempio in tal senso, preso dagli interventi della prima sessione della conferenza. L’azienda si è posta degli obiettivi di riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il 2025 e del 70% entro il 2050. Il sistema di monitoraggio dei consumi all’interno dei punti vendita è stato potenziato allo scopo di portare consapevolezza a tutti i livelli sull’uso delle risorse e di promuoverne una gestione migliore all’interno dei singoli punti vendita. A tal fine è stata introdotta un’applicazione per dispositivi mobili che fornisce informazioni in tempo reale e consente di mettere a confronto risultati e obiettivi. Inoltre è stata avviata un’azione per raccogliere spunti e suggerimenti da tutti i dipendenti su come aumentare l’efficienza energetica. Internamente è stata avviata una gestione integrata delle utenze (luce, acqua, freddo, etc.) e dei rifiuti. Interessante il progetto futuro di recupero dei rifiuti biodegradabili prodotti dai supermercati per trasformarli in biometano con cui alimentare la propria flotta di veicoli commerciali.

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