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Legambiente: cresce sharing Mobility ma prevale ancora il trasporto privato

L'uso dei sistemi di sharing mobility è in costante aumento, nonostante la scarsità dell'offerta, ma ancora prevalgono i mezzi privati e l'uso dell'auto personale che e' addirittura in crescita con il 40% che la usa tutti i giorni

Legambiente: cresce sharing Mobility ma prevale ancora il trasporto privato
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L’uso dei sistemi di sharing mobility è in costante aumento, nonostante la scarsità dell’offerta, ma ancora prevalgono i mezzi privati e l’uso dell’auto personale che e’ addirittura in crescita con il 40% che la usa tutti i giorni. A fronte di ciò cala sensibilmente (-8%) l’uso quotidiano dei mezzi pubblici.

Sono questi alcuni dati che emergono dalla terza rilevazione semestrale dell’Osservatorio sulla Mobilità nuova e sostenibile, condotta da Lorien Consulting in collaborazione con Legambiente. Dal sondaggio emerge anche che i livelli di mobilità degli italiani sono molto elevati e multiformi: in media utilizzano 2,6 mezzi differenti.

I più multi-modali di tutti sono proprio gli utenti della sharing mobility che utilizzano in media altri 5 mezzi differenti (oltre ai servizi di sharing). “In un paese con 38 milioni di auto private, neanche 100mila autobus e 6mila auto in car sharing, la notizia e’ la crescita della sharing mobility” ha dichiarato , commentando il sondaggio, Andrea Poggio di Legambiente.

“Qualsiasi ulteriore riduzione dell’inquinamento obbliga a un salto tecnologico e a cambiamenti importanti negli stili di mobilità: una quota crescente di veicoli (dal monoruota all’autobus) a zero emissioni, veicoli elettrici o a idrogeno, generati da fonti rinnovabili. Anche l’Europa dovrebbe introdurre ‘quote obbligatorie’ di mercato di veicoli elettrici, come fanno la Cina, la California e altri dieci stati Usa.

Legambiente sta chiedendo all’Europa e all’Italia quote progressivamente crescenti di ZEV, sino al 100% dopo il 2030. Accompagnate da divieti di circolazione sempre più severi per i veicoli a combustione nei centri città (Firenze da 2020, Roma dal 2024) e poi in tutte le aree urbana inquinate (Milano dal 2015). Divieto di circolazione di tutte le auto a combustione al 2040, dieci anni dopo l’ultima vendita di autonuove a combustione”.

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