giovedì, Dicembre 5, 2024
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Ambiente

Le nuove linee guida contro il dissesto idrogeologico

Dopo 30 anni di attesa e di conseguenti disastri, saranno pronte a settembre le linee guida per la progettazione delle 7153 opere previste dal piano nazionale di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico

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Prosegue a Palazzo Chigi il lavoro sulle nuove linee guida essenziali per le oltre 7000 opere previste dal piano nazionale di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico.

Secondo le indiscrezioni in arrivo dai palazzi romani saranno ufficialmente vietati gli interventi di cementificazione e restringimento delle sponde fluviali o la copertura di fiumi e torrenti che hanno enormemente aumentato alluvioni e allagamenti e moltiplicato i  rischi legati al dissesto idrogeologico.

( in coerenza con prescrizioni che saranno emanate da tutte le autorità di bacino, saranno possibili diversi interventi, sia strutturali come casse di espansione o vasche di laminazione delle piene e canali scolmatori, sia nuove opere previste come obbligo dallo Sblocca Italia dei ‘contratti di fiume’ per riqualificare e rinaturalizzare i tratti fluviali ndr )

“C’è da modificare una storia di cattiva progettazione”afferma Mauro Grassi, coordinatore della struttura governativa #italiasicura “una storia che ci ha portato spesso a spendere lentamente e male le risorse impegnate. Le nuove linee guida dovranno essere adottate per ogni opera lungo i nostri fiumi, sui versanti e sulle coste con una valutazione accurata delle diverse alternative di intervento anche attraverso accurate analisi costi/benefici come sostiene la UE nella direttiva alluvioni. Le nuove linee guida saranno un passo importante per una progettazione di qualità, sostenuta con il nuovo Fondo di rotazione per la progettazione di 100 milioni previsto dalla Delibera Cipe di Febbraio, per la predisposizione del Piano Nazionale contro il dissesto idrogeologico che prevede oltre 7000 opere per gran parte ancora alla fase iniziale della progettazione”.

 

Alla redazione del documento sul dissesto idrogeologico finale hanno partecipato i Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, la Protezione Civile, l’Ispra, l’Associazione dei Consorzi di Bonifica, il Centro italiano per riqualificazione fluviale, il Consiglio nazionale delle ricerche, Ance, Rfi, INU e il Consiglio Nazionale Ingegneri.

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