Eolico onshore vs offshore: analisi tecnica, rendimento e sfide infrastrutturali della produzione energetica del futuro
Un viaggio nel mondo dell’energia eolica, dall’origine storica alla transizione tecnologica, confrontando efficienza, costi e impatti ambientali tra onshore e offshore.

Nel contesto della crescente urgenza di una transizione energetica sostenibile, l’energia eolica si impone come una delle soluzioni più promettenti per ridurre le emissioni e garantire una produzione elettrica pulita e rinnovabile. Con l’evoluzione delle tecnologie e il mutare delle esigenze territoriali, il dibattito tra eolico onshore e eolico offshore è diventato centrale nelle agende di governi, imprese e ricercatori. Se da un lato le turbine posizionate sulla terraferma offrono costi contenuti e maggiore accessibilità, dall’altro gli impianti marini permettono di sfruttare venti più forti e costanti, assicurando una produzione più efficiente.
Un viaggio nel mondo dell’energia eolica, dall’origine storica alla transizione tecnologica, confrontando efficienza, costi e impatti ambientali tra onshore e offshore.
Indipendentemente dal luogo di installazione, le turbine eoliche captano l’energia cinetica del vento per convertirla in elettricità. La prima turbina fu realizzata alla fine dell’Ottocento; inizialmente fu l’eolico onshore a dominare il settore, ma oggi, grazie ai progressi tecnologici, è l’offshore a crescere prepotentemente.
Vantaggi dell’eolico offshore
L’offshore si distingue per la maggiore efficienza: i venti marini più forti e costanti richiedono meno turbine per la stessa produzione rispetto all’onshore. L’assenza di impatto visivo diretto con attività quali agricoltura o pastorizia riduce i conflitti con le comunità costiere. Paradossalmente, le strutture marine possono favorire l’ecosistema: studi condotti dal Marine Institute e dalla Plymouth University indicano che le turbine possono fungere da rifugi per la fauna e creare habitat artificiali. Inoltre, l’assenza di ostacoli naturali permette installazioni su scala maggiore, aumentando la produzione in modo sostenibile.
Svantaggi dell’eolico offshore
I costi infrastrutturali – dalla connessione sottomarina alla manutenzione – rendono l’offshore sensibilmente più costoso rispetto all’onshore. In più, l’accessibilità limitata espone a tempi più lunghi per interventi tecnici e riparazioni, aumentando i costi operativi. Recenti studi comunicano rischi potenziali: le protezioni anti-corrosione rilasciano metalli tossici nell’acqua marina, con possibili implicazioni su ecosistemi e salute. Ricerche scientifiche segnalano inoltre impatti acustici sottomarini generati dalla turbolenza delle pale, che possono disturbare mammiferi marini. Il rapporto di Ørsted ha inoltre evidenziato un aumento del 50% dei costi dal 2020, mettendo a rischio la sostenibilità economica del settore senza politiche stabili.
Vantaggi dell’eolico onshore
L’onshore è meno costoso da realizzare e gestire, richiede infrastrutture semplici e tempi di installazione rapidi – ben più veloci rispetto a centrali nucleari o impianti solari su larga scala. L’energia prodotta può essere consumata direttamente dalle comunità locali, migliorando l’autonomia energetica regionale. Le emissioni legate al trasporto e montaggio sono inferiori rispetto ai combustibili fossili. La vicinanza tra impianto e consumatore riduce inoltre le perdite lungo la rete di distribuzione.
Svantaggi dell’eolico onshore
L’efficienza è spesso compromessa da rilievi geograficamente discontinui: colline, edifici e montagne possono indebolire i venti utili. Le turbine, tarate per specifiche velocità, perdono resa quando il vento è imprevedibile. L’opinione pubblica solleva obiezioni legate al rumore, all’impatto visivo e ai rischi per la fauna volatile.
Quale scegliere?
La tendenza emergente è chiara: l’offshore è già competitivo per energia su larga scala, ma per diventare sostenibile serve una forte infrastruttura portuale e regolamentazioni stabili – come dimostrato dalle richieste di Ørsted per contratti fissi e capacità annue programmate tra 2031 e 2040. L’onshore, d’altro canto, rimane la scelta più vantaggiosa per le realtà locali e a costi contenuti.
I progressi tecnologici, come l’utilizzo di turbine resistenti alla salinità e agli stress marini, riducono le barriere all’adozione offshore. Tuttavia, per un futuro equilibrato, la scelta tra onshore e offshore deve essere valutata caso per caso, considerando fattori geografici, ambientali, energetici, logistici e sociali. La crescita globale dell’energia eolica dipenderà da questa sinergia tra tecnologie, politiche pubbliche e investimenti.
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