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ANIMP, impiantistica industriale a congresso: il 2015 tiene, buone prospettive di crescita

Il settore dell’impiantistica industriale italiana, composto da general contractor e componentisti, è riunito in congresso a Roma per fare il punto della situazione

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Il settore dell’impiantistica industriale italiana, composto da general contractor e componentisti, è riunito in congresso a Roma per fare il punto della situazione sul mercato nazionale ed internazionale dell’impiantistica industriale. ANIMP, l’Associazione Nazionale Impiantistica Industriale, aderisce dal 2016 ad  ANIE Confindustria, la Federazione che rappresenta le imprese dei settori dell’elettronica ed elettrotecnica.

Le tendenze evidenziate dal settore dell’Impiantistica Industriale italiana nel 2015 si inquadrano in un contesto internazionale caratterizzato da luci e ombre. Gli andamenti del segmento dell’Oil&Gas, dopo un ciclo di crescita molto lungo, a livello globale hanno evidenziato un rallentamento generalizzato nel breve periodo degli investimenti, con ritardi o cancellazioni di progetti a causa dei bassi prezzi del petrolio e dell’instabilità politica in aree tradizionali come Nord Africa e Medio Oriente, mentre restano positive le prospettive di più lungo periodo. Il segmento Chimico e Petrolchimico ha fatto rilevare una riduzione delle opportunità di investimento nel corso del 2015 via via che sono divenuti operativi gli impianti già realizzati, con maggiori opportunità di sviluppo ancora concentrate in Medio Oriente e Nord America. Nel comparto dell’Energia elettrica le maggiori potenzialità di crescita risultano legate alla possibilità di investimento nello sfruttamento dei combustibili fossili nei Paesi emergenti, nel revamping di centrali a carbone in alcuni Paesi industrializzati e, più in generale, nella diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.

ANIMP, per approfondire al meglio lo stato dell’arte del settore e interpretare le dinamiche future ha condotto un’indagine su un campione di imprese socie che ha evidenziato nel 2015 una sostanziale tenuta dei ricavi rispetto al 2014, per un valore complessivo pari a circa 20 miliardi di euro, con un lieve miglioramento sul fronte nazionale (anche se permane la sofferenza sulla domanda interna a causa della mancanza di investimenti) e una leggera contrazione sui mercati esteri. Sempre per le aziende campione, la distribuzione geografica dei ricavi nel 2015 ha visto l’Europa con una quota sul totale vicina al 25% come principale area di attività esterna delle imprese italiane, seguita da Medio Oriente (16%) e America centrale e meridionale (13,6%).

 

L’indagine ha fatto emergere anche dati disaggregati per settore merceologico confermando un 2015 rilevante soprattutto per il settore Oil&Gas che in aggregato rappresenta più del 76% del totale. Il settore Chimico e Petrolchimico incide sui ricavi complessivi per una quota vicina al 9%, mentre il segmento Energia elettrica copre una quota sul totale del 7,4%. Il segmento Altri settori, comprensivo delle Opere infrastrutturali, Ambiente, Siderurgia e Metallurgia, rappresenta invece una quota sul totale del 4,1 per cento.

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